dr-gam_ph-davide-salvianiOggi su Ciak-a-lula, vi riportiamo l’intervista di Valentina Marchetti con l’emergente Dr. Gam, di cui è uscito lo scorso 25 Novembre il primo lavoro di inediti, Another Family. All’anagrafe è Andrea Gamurrini, di qui il gioco di parole con il nome d’arte. Di grande talento, marchigiano, fin dall’infanzia si avvicina alla musica, allo studio del piano e poi della chitarra, chiaro segnale che l’universo musicale era destinato ad essere il suo habitat molto presto. Inizia prestissimo, non appena si trasferisce a Rimini, a collaborare con numerosi artisti e viene notato di lì a poco da Velio Gualazzi (padre di Rapahel) e sempre in contemporanea a quest’incontro ottiene successo non solo su Youtube con più di 250 mila visualizzazioni sin dalle prime settimane di lancio, ma anche nel Regno Unito, dove il singolo “Dr.Gam is in da house” si è imposto all’attenzione  degli inglesi. Non ci siamo quindi lasciati sfuggire l’occasione e l’abbiamo intervistato in esclusiva per voi.

 Quando hai capito che la musica sarebbe stata la tua strada?

Non c’è stato un momento in particolare ma un percorso in continua evoluzione. Ho sempre avuto una spiccata sensibilità ed una soglia dei sensi molto bassa, specie nel visivo e nell’uditivo. Da piccolo non ero un gran parlatore ed esternavo le mie sensazioni, inizialmente con il disegno e poi intorno ai 10 anni quando passai dal pianoforte alla chitarra classica, su di un pentagramma. Questo ha fatto sempre in modo che io raccogliessi una moltitudine di informazioni che inevitabilmente dovevo poi riversare da qualche parte…è come un contenitore dove costantemente si versa roba che di tanto in tanto ha bisogno di essere svuotato per non traboccare. Il viottolo che a malapena si intravedeva, con il passare degli anni, acquistando sicurezza, padronanza dello strumento e del palco, affinandomi nella composizione, raccogliendo consensi ed imparando tanto dalle collaborazioni live ed in studio…E’ diventata una strada.

 Quali sono state le tue influenze musicali ?

Come detto ho iniziato con la musica classica, poi all’età di 15 anni, dopo aver frequentato per qualche tempo il Conservatorio “G. Rossini” a Pesaro, travolto dall’universo sonoro Anglo-Americano, imbraccio la chitarra elettrica ed inizio il percorso di scoperta che sta ancora proseguendo, passando dal rock al folk per poi arrivare alla black music con il soul, reggae fino al jazz….non trascurando la canzone italiana che, chiaramente, è parte integrante delle mie radici.

 Come hai incontrato Velio Gualazzi?

Velio rimase colpito durante un mio concerto…dopo qualche tempo ci siamo incontrati tramite amici comuni ed ascoltando il materiale che avevo scritto negli ultimi 15 anni passati a suonare sui palchi Italiani ed esteri, mi spinse ad avvicinarmi alla discografia.

 Come trovi la scena italiana a livello musicale?

Secondo me l’Italia è un paese pieno di incredibili musicisti….purtroppo non sempre gli spazi ed i riconoscimenti sono all’altezza di tali eccellenze.

 

 Parlami delle esperienze, ispirazioni e suggestioni relative al tuo nuovo lavoro.

Il mio nuovo lavoro si intitola “Another Family” (l’Altra Famiglia) ed è uscito il 25 Novembre con distribuzione Universal.

Senza sminuire l’importanza della famiglia classica, che anzi reputo di fondamentale importanza per la preparazione dell’individuo giovane alla famiglia mondo, il mio concetto di famiglia è più allargato. Quella che io chiamo l’altra famiglia la reputo più dinamica, stimolante, varia, costruttiva, piena di differenti amori e colori, che, anche se vissuta appieno per tanto tempo, non possiede le insidie della gabbia o del clan che invece la prima può nascondere. L’altra famiglia a cui faccio riferimento è quella che mi sono creato durante i miei viaggi, che si allarga sempre più e che potenzialmente potrebbe comprendere il mondo intero se avessi qualche vita a disposizione. L’album è frutto di 4 anni di lavoro in diversi studi di registrazione tra Roma, Ancona, Forlì ed il mio studio di Rimini realizzato con grande fatica ed aiutato da amici musicisti di primissimo livello incontrati nel mio girovagare intorno al globo, contenente 12 brani scelti tra più di cinquanta. Io ho curato personalmente tutte le fasi della produzione, dalla creazione fino al missaggio oltre che la registrazione delle voci e delle chitarre. Gli arrangiamenti e programmazione sono stati fatti a quattro mani con Miky Scarabattoli che nell’album si è anche occupato in toto delle orchestrazioni, delle parti di tastiere e piano. Poi ho avuto anche il grande piacere di avere: alla batteria Marco Rovinelli (batterista di Samuele Bersani, Max Gazzè, Massimo Ranieri), al basso Danilo Fiorucci (bassista di Michele Zarrillo) e Lino de Rosa (bassista di Andrea Bocelli e Frankie HI NRG), in parte delle chitarre Alex Magnalasche (chitarrista di Alessandra Amoroso), alle voci femminili Pamela “PACO” Conditi oltre a tanti altri. Inoltre ho avuto l’onore della partecipazione straordinaria del percussionista americano Steve Ferraris, e della cantante di Broadway Mary Setrakian.

 

 In quali progetti sarai impegnato prossimamente?

Ora sono impegnato nella promozione radio e stampa dell’album e dei singoli estratti. Ad inizio anno sarò nelle Feltrinelli e Mondadori delle grandi città Italiane per degli Show Case di presentazione del disco. Sempre in Gennaio probabilmente uscirà il terzo singolo estratto che questa volta sarà cantato in italiano dal titolo “Lettera di Mezza Estate” per poi pensare all’organizzazione del tour estivo 2017.